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Eni e Conoe hanno firmato oggi un accordo per favorire e incrementare la raccolta degli oli vegetali che alimenteranno la bioraffineria Eni di Venezia e, dal 2018, quella di Gela (v. Staffetta 15/05). Con la sottoscrizione di questo protocollo, il Conoe s'impegna a invitare tutte le aziende di rigenerazione aderenti al Consorzio a fornire a Eni l'olio esausto raccolto per immetterlo negli impianti della bioraffineria di Venezia.

Grazie a questo accordo, l'olio di palma attualmente utilizzato come materia prima verrà in parte sostituito con oli vegetali esausti e, a breve, anche da grassi animali e dalle cosiddette materie prime advanced, quali l'olio da alghe e da rifiuti, non in competizione con il mercato agroalimentare. La capacità Eni di lavorazione di oli vegetali, con l'entrata in funzione della bioraffineria di Gela nel 2018, sarà di circa un milione di tonnellate l'anno, pertanto Eni sarà in grado di assicurare alle aziende aderenti al Conoe l'acquisto degli oli esausti prodotti e disponibili sul mercato nazionale, circa 65mila tonnellate nel 2016. Il Consorzio stima che questo comporterà un risparmio potenziale di 3.130 kg di CO2 equivalente per tonnellata di biodiesel prodotto e consumato come combustibile, mentre i metri cubi di acqua risparmiata sono pari a 1,9 per tonnellata di biodiesel prodotto con oli esausti. L'accordo prevede anche azioni congiunte Conoe-Eni per favorire la raccolta di volumi incrementali di oli esausti prodotti dall'utenza domestica, oggi quasi interamente dispersi, anche tramite accordi con le Pubbliche Amministrazioni locali e le aziende pubbliche di raccolta rifiuti.

Il potenziale raccoglibile ammonta a 280mila tonnellate. Al convegno per la firma dell'accordo erano presenti il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, il dirigente generale del ministero dello Sviluppo economico Gilberto Dialuce, il capo del Refining & Marketing Eni, Giuseppe Ricci, il direttore Portfolio Management & Supply and Licensing Eni Giacomo Rispoli, e il presidente del Conoe Tommaso Campanile. Ricci ha sottolineato che la normativa Ue post 2020 impone l'utilizzo di materie prime non in concorrenza con gli usi alimentari, per cui sarà necessario sostituire l'olio di palma, mentre Rispoli ha ricordato le proteste dei clienti per il biodiesel tradizionale FAME per i danni sui filtri, sottolineando che con queste materie prime e con il processo brevettato da Eni si possono ottenere carburanti premium.

Galletti ha sottolineato che questo accordo è un esempio del fatto che “l'economia circolare non si realizza solo nei settori green ma anche in altri da cui non ce lo aspettavamo. Eni dovrebbe essere mio nemico e invece oggi è mio alleato. Senza contare che questa riconversione risolve il problema della gestione dei siti di interesse nazionale per le bonifiche e un impatto positivo lo avrà anche sulla qualità dell'aria, soprattutto per il PM2,5”. Dialuce ha ricordato la crisi strutturale della raffinazione in Italia e in Europa per il calo della domanda e la “concorrenza unfair degli impianti fuori dalla Ue”, sottolineando che “è necessario mantenere uno zoccolo duro di impianti perché non è detto che tutti i prodotti saranno disponibili a costi competitivi attraverso l'importazione”. In Italia, ha aggiunto, “è importante utilizzare una materia prima migliore dell'olio di palma. Ben venga dunque un modello di economia circolare, di filiera nazionale, un po' come nel biometano. Un'idea, questa di sviluppare l'economia circolare nel settore dei biocarburanti, che troverà spazio anche nella Sen”.

Dialuce ha infine lanciato un auspicio sugli oli esausti importati dall'estero, sottolineando la difficoltà di tracciarne il percorso e l'origine: “ci vorrebbero dei Conoe anche all'estero”, ha concluso. Il convegno si è aperto con un ricordo di Paolo Palleschi (v. Staffetta 15/05) da parte del presidente Campanile: “abbiamo portato a termine questo progetto grazie all'impegno di eprcomunicazione”, ha detto. Campanile ha poi aggiunto che il Conoe “è l'unico consorzio che ancora non gode del contributo ambientale ma stiamo superando anche questi scogli per approdare a quello che è il nostro unico obiettivo: intercettare tutti gli oli e grassi esausti che si producono per dargli un migliore rendimento economico e ambientale. Qui nasce la collaborazione con Eni”.  


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